The Hateful Eight di Quentin Tarantino.
Blade Runner 2049 di Denis Villeneuve.
Qualcuno volò sul nido del cuculo di Miloš Forman.
E ancora Arancia Meccanica di Stanely Kubric.
Ci si concentra sempre sull’importanza dei colori, degli abbinamenti, del gioco luce-tinta. Ma hai mai pensato al valore del “non-colore”?
In ognuno di quei film il bianco entra in scena per raccontare qualcosa. È segregazione nella pellicola di Forman; è isolamento, silenzio, pace, ovattamento dei sensi in The Hateful Eight e Blade Runner. E si snatura in Arancia Meccanica dove Stanely Kubric lo usa “in negazione”: tutto ciò che è bianco rimanda a violenza.
Questi esempi rubati al mondo del cinema ci mostrano come il bianco, non-colore per eccellenza, pur essendo definito come colore impersonale, in realtà è in grado di conferire a qualsiasi progetto una grandissima personalità.
Vale per la cinematografia certo, ma vale ancora di più per i progetti di interior design dove il bianco si utilizza per esprimere concetti di ordine e pulizia e per definire un taglio essenziale e sofisticato ad un progetto grafico. Il bianco, infatti, è un colore con elevata luminosità, ma privo di tinta e si contrappone al nero che rappresenta invece l’assenza totale di colore. Entrambi, più che colori, possono essere definiti come sfumature in relazione alla luce: il nero nell’assenza, il bianco nell’assolutezza.
Scopriamo tutte le sue potenzialità con le vernici decorative VALPAINT!
VALPAINT, da anni leader nella progettazione e produzione di pitture decorative, oltre allo studio dei materiali dal punto di vista della composizione chimica (con occhio attento all’ambiente), focalizza le sue ricerche anche nelle diverse nuance dei prodotti.
In questi studi rientrano anche i test su texture e la matericità dei prodotti. Questi due elementi, infatti, sono in grado di esaltare il colore bianco che, attraverso le ombreggiature, si “colora” di tonalità nuove ed inedite.
Il colore bianco è presente in tutte le vernici decorative VALPAINT, sia come colore vero e proprio, sia come base di partenza di alcuni dei decorativi che sono presenti nelle diverse collezioni.
Nei vari prodotti decorativi il bianco vira a seconda della matericità e delle texture dei prodotti.
Il SABULADOR, pittura decorativa che esprime la sua caratteristica finitura sabbiata a grana grossa (disponibile nella versione LUX e MATT), il bianco si differenzia sostanzialmente anche nello stesso codice colore.
Il riferimento del bianco del SABULADOR LUX è il Col. 614: qui il bianco diventa più perlescente, mentre nella versione MATT il bianco si raffredda e diventa quasi polveroso.
Anche per il SABULADOR SOFT, pittura decorativa dall’effetto sabbiato con granulometria minore rispetto al prodotto precedente, i bianchi con finitura LUX (evidenziati dai codici colore ARGENTO 100 e BIANCO PIENO 400) risultano essere più brillanti e luminosi rispetto alla versione SABULADOR SOFT MATT, che attraverso il codice colore GESSO 500 evidenzia una tonalità di bianco più smorzata e più fredda. Il grannello che esalta la finitura decorativa sembra quasi entrare nel prodotto e scomparire per lasciare spazio alla purezza del colore bianco.
Un’altra pittura murale decorativa per interni dove l’evidente tridimensionalità mette in risalto le diverse sfumature di bianco è il METEORE 10 nelle versioni CEMENTO e MARMORIZZATO.
Grazie alla componente materica di METEORE 10 CEMENTO, il bianco assume infinite tonalità. I disegni che VALPAINT propone per questa vernice decorativa, fanno in modo che non ci sia mai un bianco uguale all’altro. Ognuno si crea e ricrea ogni volta ex novo grazie ai giochi chiaroscurali e alla componente di artigianalità di chi li realizza.
Le diverse texture che esprimono molto bene questo concetto sono codificate nel seguente modo:
• METEORE 10 CEMENTO Bianco Effetto Compatto
• METEORE 10 CEMENTO Bianco Effetto Large
• METEORE 10 CEMENTO Bianco Effetto Slim
• METEORE 10 CEMENTO Bianco Effetto Levigato
• METEORE 10 CEMENTO Bianco Effetto Rigato, che nella sua specificità esprime sinteticamente il concetto portato avanti da Piero Manzoni con la sua opera Achrome che analizzeremo più avanti.
METEORE 10 può essere declinato anche nella versione METEORE 10 CEMENTO Effetto Vintage, dove il bianco dello sfondo fa emergere decorazioni floreali e geometriche che, grazie all’effetto della tridimensionalità, fanno emergere tonalità di bianco diverse. Questo effetto decorativo nella sua accezione più astratta richiama i primi studi fatti da Kazimir Malevic del bianco su bianco.
Infine, sempre della collezione METEORE 10, il bianco diventa sostanzialmente marmo con la versione del METEORE 10 MARMORIZZATO, nel quale, pur utilizzando lo stesso bianco, le venature creano effetti chiaro-scurali che fanno virare le tonalità di bianco.
(Per approfondire: La pittura effetto cemento nello stile urban industrial)
Un’altra pittura particolare moderna firmata VALPAINT dove il bianco assume tonalità e luminosità differenti è il POLISTOF, prodotto policromatico ad effetto tessuto.
Oltre alla particolare tattilità di questa pittura decorativa è l’aspetto estetico che gioca un ruolo fondamentale. Infatti il prodotto può essere applicato, oltre che nella versione base, con l’aggiunta di particolari microcristalli che conferiscono ulteriore luminosità, caratteristica fondamentale del colore bianco.
Poiché è una pittura decorativa con una forte sensibilità alla luce, va da se che il colore bianco di POLISTOF, nei codici colore Col. 309 – 348 – 388 e COL. 309 – 348 – 388 + L50, è in grado di esaltare infinite sfumature di bianco.
(Per saperne di più: Pittura parete effetto tessuto: tutte le caratteristiche del POLISTOF)
VALSETIN 2 è una pittura decorativa che enfatizza l’effetto tattile del prodotto ed è in grado di donare alle superfici decorate particolari sfumature tipiche della seta. Anche per questo prodotto utilizzando il codice colore ARGENTO 700, il colore bianco diventa quasi impalpabile mettendo in risalto la texture morbida e delicata, quasi a diventare un tutt’uno con la materia del prodotto.
Quasi a riprendere le opere di Alberto Burri, VALPAINT nella sua collezione più estrosa, chiamata JUNGLE, propone il bianco dell’effetto COCCODRILLO, che con la sua lettura tridimensionale esalta le tonalità del bianco grazie all’effetto del bassorilievo che la texture enfatizza.
Bianco… un non-colore, ma anche l’insieme di tutti i colori possibili. Il bianco per illuminare, il bianco per schiarire, il bianco per scrivere su un fondo nero.
Una provocazione che nel mondo dell’arte è stata portata avanti è quella che si interroga sulla sovrapposizione di bianchi. La domanda è: “è bianco su bianco”? Che senso ha fare un qualcosa che abbia lo stesso colore di tutto quello che sta intorno? E ancora: “Come può delinearsi una forma o una sagoma o una figura se si confonde con lo sfondo sul quale poggia?”
A rispondere a questi interrogativi ci viene in aiuto Wassily Kandinsky: Il bianco ci colpisce come un grande silenzio che ci sembra assoluto. Ecco, il bianco come assenza di suono. Come luogo della purezza, luogo del niente o luogo dell’invisibile.
Il colore bianco può raccontare storie di silenzi, di nascondimenti, di sottrazioni progressive fino alla soglia del nulla. Proprio da questi concetti, attraverso un esercizio di esasperata astrazione, è cominciato tutto.
Era l’anno 1918 quando Kazimir Malevic, pittore russo fondatore del Suprematismo, realizzò una tela davvero impensabile per quel tempo. L’opera consisteva in un quadrato bianco su fondo bianco. Era evidenziata solo una linea di contorno che definiva il perimetro di un’area quadrangolare, lievemente ruotata. Concettualmente è come se Malevic avesse voluto delimitare un luogo mentale, astratto, un non-oggetto, ma non per questo meno possibile. E la differenza, leggera ma decisiva, tra due tonalità di bianco sancisce l’esistenza di quel luogo protetto. Quasi invisibile.
Perché si fa presto a dire bianco… Chiamiamo bianco, con estrema leggerezza, tutto ciò che appare come il punto più chiaro del campo visivo. Ma raramente due bianchi coincidono.
Dopo Malevic, con le sue astrazioni, bisogna aspettare circa trent’anni per rivedere il colore bianco come protagonista. Tra i lavori del pittore russo e quelli del secondo dopoguerra, si trovano solo degli studi di Ben Nicholson, dove il gioco del bianco si basa su leggere forme geometriche ai diversi livelli che compongono un opera “contemporanea”.
Molti pittori dagli anni ’50 in poi, dipingeranno le tele di un bianco perfetto e uniforme. L’opera appare vuota come se non fosse mai stata toccata. Questo concettualizza il fatto che il quadro non sia statico ma in continuo divenire e l’osservatore può solo immaginare cosa può succedere sulla tela bianca.
Un esempio calzante sono i pannelli di Robert Rauschenberg.
Al fascino del bianco su bianco, molti artisti non resistono. Si possono trovare opere d’arte dei maggiori esponenti dell’arte concettuale, spazialista, pop, povera e minimalista.
Piero Manzoni ha increspato con tessuti e gesso la superficie bianca dei suoi Achrome (opere prodotte tra il 1957 e il 1963).
Nel caso di Alberto Burri il bianco si frammenta e le ombre delle fenditure disegnano in maniera netta l’immagine di un terreno inaridito.
Questa apparente regolarità diventa precisione millimetrica nei tagli che Lucio Fontana opera sulle sue tele. Molte sono bianche. Ma non è il bianco originale del supporto. Sono state comunque dipinte. Così la superficie, irrigidita dalla pittura, reagisce alla fenditura in modo più netto.
Come si evince da questa breve analisi del colore bianco, e di come è stato studiato ed utilizzato, non vi è alcun dubbio che da sempre rappresenta un colore, certamente acromatico, ma in grado di suscitare emozioni non solo dal punto di vista psicologico, ma anche estetico e visivo.
Il colore bianco può essere apprezzato sia nella sua assolutezza di tinte piatte, ma viene maggiormente esaltato da texture che, come si può notare nelle opere d’arte segnalate, riesce a creare figure, forme e matericità che testimoniano la sua presenza-assenza.
Le pitture decorative rappresentano un degno alleato del colore bianco, sia nelle texture e nelle sfumature più evanescenti che in quelle più materiche e dominanti.
Il bianco è la giovinezza del nulla, o meglio un nulla prima dell’origine, prima della nascita. Forse la terra risuonava così, nel tempo bianco dell’era glaciale
(Lo spirituale nell’ arte - Wassily Kandinsky)